Dalla PEC alla REM: una spinta verso il futuro, anche per Intesi Group

Un caffè con Francesco Barcellini …

L’anno appena iniziato sarà ricordato come quello che – a meno di improbabili sorprese – avrà segnato il passaggio dalla popolare PEC – utilizzata abitualmente da tantissimi cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni – alla nuova REM. O, per dirla senza acronimi, dall’italiana Posta Elettronica Certificata all’europea Registered Electronic Mail.

Ma perché questo cambiamento? Quali novità implicherà per gli utenti? E cosa ha comportato e comporterà per i provider del servizio?

A questi e altri interrogativi, ci aiuta a rispondere Francesco Barcellini.

Originario di Saronno, 51 anni, ingegnere laureato al Politecnico di Milano, Barcellini è il Responsabile dei Servizi Fiduciari Qualificati di Intesi Group. Ma è anche il product owner del servizio di erogazione certificati qualificati, SPID, PEC e REM. Al servizio dell’azienda mette un ampio patrimonio di competenze ed esperienze maturate in ruoli di crescente responsabilità, operando nel settore dal 2001 e specificamente in Intesi Group dal 2016.

“Era stata l’Unione europea, con il Regolamento n° 910/2014 sull’identità digitale, più noto come eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature), a introdurre la possibilità di erogare servizi di recapiti certificati. Da allora,  è stato avviato un complesso lavoro di ideazione e sviluppo degli standard europei che caratterizzeranno la REM. Questa sarà molto, molto simile alla PEC ma, al contempo, profondamente diversa. L’esperienza maturata negli anni dalla PEC è, infatti, servita molto alla elaborazione della REM, soprattutto per la messa a punto delle sue modalità di funzionamento. Questa, però, si differenzia per numero e livello dei vincoli da rispettare in quanto la REM è un servizio fiduciario qualificato al contrario della “sorella più anziana”.

Ma se la PEC è un’esperienza di successo notoriamente italiana, come si spiega la sua influenza sulla REM? La definizione del protocollo della Registered Electronic Mail è stata curata da ETSI (European Telecommunications Standards Institute), un ente internazionale di certificazione di cui anche noi di Intesi Group siamo membri. Alle attività di ETSI hanno dato un significativo contributo diversi rappresentanti del nostro Paese,  anche grazie al serrato confronto avvenuto parallelamente tra noi operatori italiani al tavolo nazionale, voluto da AgID proprio per governare il passaggio dalla PEC al nuovo servizio di recapito certificato. Basti pensare al grande rilievo dato – a livello internazionale – alle osservazioni italiane in tema di interoperabilità: un concetto inizialmente non presente nella visione UE ma indispensabile per consentire ad utenti europei di provider REM diversi di scambiare messaggi tra di loro con pieno valore legale. Come già in Italia avveniva con la PEC.

Essendo comunque la REM diversa dalla PEC, cosa cambierà per gli utenti?

Sono due le novità fondamentali. Innanzitutto, l’assegnazione di una casella REM richiederà l’identificazione certa del titolare. In fin dei conti, nulla di diverso rispetto a quanto già accade per il rilascio di una firma elettronica qualificata o dello SPID ma mai previsto per la PEC. Occorrerà, dunque, il riconoscimento in presenza o da remoto da parte di un operatore autorizzato oppure l’attestazione dell’identità tramite firma o identità digitali. Ed è un cambiamento di grande rilievo:  si saprà infatti con certezza chi è il mittente di un messaggio (e, se indirizzato a un’altra casella REM, anche chi è il destinatario), mentre con l’attuale PEC si è sicuri soltanto della provenienza di un determinato messaggio da uno specifico indirizzo di posta elettronica certificata (senza alcuna garanzia dell’identità del suo titolare ma soltanto dell’avvenuta consegna).

E la seconda novità cui faceva cenno?

Riguarda il rafforzamento dei livelli di sicurezza. Attualmente, per l’accesso alla PEC, basta l’inserimento di username e password. Per la REM, invece, occorrerà anche un OTP, cioè la “classica” password monouso sempre più richiesta – ad esempio – per l’accesso al conto corrente online o per l’uso delle carte di pagamento. È importante, però, sottolineare che non ci sarà alcuna altra variazione in termini di esperienza d’uso rispetto a quanto ci ha abituato la PEC. 

Quando avverrà il passaggio definitivo da PEC a REM? E cosa comporterà per gli utenti?

La data sarà formalizzata e annunciata da AgID con un apposito provvedimento. Probabilmente, ma è solo una sensazione, nella seconda metà dell’anno. In ogni caso, i titolari di PEC – che, in passato, siano stati già oggetto di riconoscimento – beneficeranno della trasformazione della casella in REM praticamente senza accorgersene. Gli altri dovranno procedere secondo le indicazioni dei rispettivi provider che, in alcuni casi, le stanno già fornendo ai propri clienti. Chi, infine, dovesse dimenticare o rifiutare l’identificazione, vedrà inevitabilmente la vecchia PEC …spegnersi. Per quanto riguarda i titolari di PEC rilasciate da Intesi Group, mi fa piacere sottolineare come la stragrande maggioranza dei nostri utenti – addirittura il 90% – sia stato già oggetto di identificazione certa al momento dell’attivazione della propria casella, poiché da noi già sviluppata in ottica REM. Sarà particolarmente agevole, dunque, la gestione del riconoscimento dei titolari rimanenti.

Detta così, sembra che l’adeguamento sia avvenuto in modo davvero semplice…

L’evoluzione del nostro servizio verso standard assolutamente inediti, quali quelli definiti da ETSI per la REM, presentava diverse e innegabili complessità. Il fatto di essere oggi assolutamente pronti ci riempie di soddisfazione, proprio perché siamo stati in grado di risolvere brillantemente tali complessità a totale beneficio dei nostri utenti.

Al di là del lancio del nuovo servizio, tutto questo impegno cosa lascia in eredità a lei e a Intesi Group?

Una grande fiducia verso il futuro. Una fiducia fondata sulle nostre competenze storiche e sulle capacità di gestione del cambiamento dimostrate ancora una volta in questa occasione. La migliore premessa per rispondere con prontezza anche alle possibili evoluzioni della REM, ad esempio nell’ipotesi di certificazione – in un futuro chissà quanto lontano – non soltanto delle comunicazioni via email ma anche mediante altri sistemi di messaggistica. Ma non solo. Sono convinto che, per Intesi Group, l’avvento della REM possa rivelarsi un ulteriore volano per la progressiva internazionalizzazione del nostro business. Perché, sì, abbiamo tutte le carte in regola per accedere ora con successo anche a quei mercati europei in cui sono diffusi i servizi di messaggistica certificata e che, pertanto, non avevamo fin qui esplorato.