Smart Working: ma come è andata veramente?

Tutti ne parlano noi invece lo abbiamo chiesto direttamente agli intesiani che dal 24 al 28 febbraio hanno cambiato radicalmente il loro modo di lavorare. Abbiamo lanciato una survey per capire se l’esperimento “forzato” ha funzionato e che applicabilità può avere in azienda.

 

Circa il 60% dei rispondenti ha giudicato l’esperimento di smart working ottimo e il 35% molto buono. Possiamo quindi a pieno titolo affermare che in Intesi Group lo smart working, anche se di emergenza, ha avuto successo.

 

L’85% ha lavorato l’intera settimana in questa modalità (5 giorni) per lo più da casa.

 

Più della metà (65%) ritiene che questo modo di lavorare aumenti la produttività e per la totalità degli intervistati lo smart woking favorisce nettamente la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata.

 

Alla luce del prolungato periodo di lavoro agile è emerso che la quantità ideale di giornate non deve superare le due – tre alla settimana, anche se il 60% degli intervistati ha dichiarato di essere meno stanco del normale lavoro in ufficio.

Quali sono dunque i punti di forza dello smart working:

 

 

 

Emerge chiaramente che la variabile tempo è il vantaggio maggiormente percepito dagli intervistati. Più tempo per sé e per la famiglia e azzeramento degli spostamenti e dello stress ad essi legato. Interessante anche notare come le persone si siano sentite più concentrate e quindi maggiormente produttive.

 

Per quanto riguarda invece i punti di debolezza:

 

 

La cosa forse più interessante è che quasi il 25% ha dichiarato che non esistono punti di debolezza, confermando il successo dell’esperimento.

 

Come poteva essere prevedibile, quello che più manca è il rapporto umano, il confronto e la socialità.

 

Non resta quindi che riflettere su quello che è stato definito il più grande “laboratorio” di lavoro agile al mondo. Un’occasione unica per formalizzare e mettere a punto un modello probabilmente già molto più efficiente di quanto si potesse immaginare.