Tra prodotti e clienti, anche uno “scatto” sul futuro

Un caffè con Andrea Venturini…

Parlare con Andrea Venturini significa confrontarsi con qualcuno che conosce profondamente Intesi Group. “Sono entrato a far parte di questa realtà molti anni fa, era il 2000 e qui ho compiuto praticamente tutto il mio percorso professionale. Nel tempo, ho vissuto tanti cambiamenti sia del mio lavoro quotidiano sia dell’azienda che allora era ben lontana dalla sua identità odierna”.

52 anni, milanese di nascita ma con radici paterne ad Urbino e materne in Alto Adige, Venturini ha oggi il ruolo di Product Owner e Project Manager e ricorda: “Iniziai all’interno del team di sviluppo CAD di cui poi divenni leader. Successivamente, mi occupai di system integration per una nota realtà dell’Energia e delle Infrastrutture. Erano i tempi in cui lavoravo essenzialmente presso i clienti. Terminato quel periodo, cominciai ad occuparmi di Firma digitale, sulla spinta degli importanti cambiamenti nella normativa di riferimento. E poi iniziai a gestire grandi clienti, attività che mi impegna ancora molto”.

Cosa fa per i grandi clienti? Curo le relazioni con loro e ne sono anche il riferimento tecnico, fungendo spesso da collante tra le diverse funzioni di Intesi Group. Ovviamente, ognuno di questi clienti ha una propria storia, cultura e modalità decisionale e operativa. La sfida è, quindi, gestirne una complessità – relazionale e progettuale – amplificata anche dall’aspetto dimensionale: è normale che, in una grande organizzazione, persino le iniziative più banali possano risultare talvolta non semplici.

E di cos’altro si occupa in Intesi Group?

Negli ultimi dieci anni, mi sono fortemente focalizzato anche sui prodotti: oggi principalmente PkNet e IG DRIVER ma anche una soluzione di firma integrata con MS Office ancora in fase prototipale.

Com’è composto il suo gruppo di lavoro?

In verità, io opero in diversi team. C’è quello per i prodotti, a composizione fissa, in cui sono affiancato da un paio di colleghi con competenze altamente specialistiche. Sui clienti, invece, i team sono variabili per dimensione e composizione che dipendono dal tipo specifico di progetto.

Dei prodotti prima menzionati, ci spiega cos’è PKNet?

Nato originariamente per applicativi java e oggi invece destinato ad applicativi web, PkNet è un componente che consente alle organizzazioni e ai loro utenti di utilizzare agevolmente le Smart Card di firma digitale, perché di semplice integrazione nei sistemi informatici: in pratica, è un incredibile facilitatore del lavoro degli sviluppatori software. Un tempo si pensava che fosse un prodotto di nicchia destinato ad essere soppiantato dalla diffusione della firma remota. Nonostante il successo di quest’ultima, la firma tramite smart card continua però ad essere ampiamente utilizzata sia nel mondo professionale (es. commercialisti, notai o avvocati) sia da grandi aziende che prevedono l’impiego di tali dispositivi nelle proprie policy. È ovvio che, per continuare ad essere un prodotto vincente, PkNet ha avuto la capacità di rispondere all’evoluzione tecnologica della firma, oggi ancora più dinamica e veloce e con un’utenza che cambia e cresce continuamente: non più “soltanto” uno strumento per il mondo enterprise e Windows ma oggi anche per tanti professionisti che usano Apple e presto per molti cittadini comuni che ne scopriranno i benefici.

Qual è invece il valore di IG DRIVER?

È una soluzione per il mondo enterprise che permette di applicare una firma remota direttamente da Acrobat Reader di Adobe mediante OTP o notifica push via App: in pratica, è una vera e propria firma remota che però “emula” il dispositivo fisico di firma. La sua forza è nella combinazione di facilità d’uso e immediatezza di risultato: l’utente che riceve il file pdf, lo apre con Acrobat Reader e può sottoscriverlo al volo cliccando sull’icona di firma. Adobe ha apprezzato la nostra soluzione perché completa il loro software e rende ancora più fluida la user experience mentre le aziende che l’adottano – peraltro, prevalentemente statunitensi – ne apprezzano anche la competitività economica.

E, infine, cosa ci dice della soluzione ancora in fase prototipale?

Anche questo sarà un prodotto finalizzato a rendere la sottoscrizione digitale dei documenti fluida e naturale anche per i documenti in Word: la semplificazione della sottoscrizione digitale è, infatti, una sfida tanto ineludibile quanto strategica.

Di queste soluzioni, quale le ha dato più soddisfazioni e perché?

Premetto che, a gratificarmi, è sempre la sfida in sé e il risultato che ne consegue. Detto questo, per l’ultima ancora in fase prototipale, non è ancora tempo di rispondere. Per IG DRIVER, invece, la soddisfazione deriva dalla sua complessità tecnica e dall’essere stati i primi a realizzare un prodotto simile. Di PkNet, infine, ci entusiasma non solo la sua storia di successi ma anche la capacità di essere sempre stata al passo dei tempi e dell’evoluzione tecnica. Solo rinnovandosi si progredisce.

È quanto successo anche ad Intesi Group?

Certo. Da piccola “officina di informatica” siamo diventati un’azienda strutturata pur mantenendo agilità e vicinanza ai clienti. Non essendo più un semplice fornitore di tecnologie ma un QTSP che, dunque, eroga servizi fiduciari qualificati, è cambiata la percezione del mercato e del settore nei nostri confronti: competenze, affidabilità e autorevolezza riconosciute ci consentono di sedere anche a strategici tavoli internazionali.

In azienda è cambiato tanto anche il modo di lavorare?

Sì, faccio un esempio: per alcuni giorni alla settimana, possiamo decidere di lavorare da casa o altrove. Questa flessibilità permette di gestire al meglio il tempo. Così, per quel che mi riguarda, concentro in remote working attività come le riunioni video con colleghi, fornitori e clienti mentre, in ufficio, massimizzo la resa concentrandomi sul lavoro senza il rischio di interruzioni frequenti. È una modalità che aiuta a migliorare anche il work life balance: ad esempio, per una settimana al mese, io lavoro da remoto non dalla mia abitazione di Milano ma dalla casa nelle Marche dove posso stare vicino ai miei anziani genitori che lì risiedono.

E nel tempo libero?

Sono un collezionista di fotocamere. Un hobby che mi rilassa e mi dà nuove energie. Più che le foto in sé, mi appassionano le diverse tecniche di fotografia e le varie tecnologie sia di acquisizione sia di sviluppo delle immagini. Ho raccolto esemplari che vanno dal 1934 ai giorni nostri, tutti con un fattore comune: la pellicola.

Se una delle sue macchine potesse fotografare il prossimo futuro, che immagine restituirebbe? Puntando l’obiettivo sul mondo professionale che conosco, mostrerebbe l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sullo sviluppo di nuove tecnologie. Già oggi ha cambiato molto ma penso che sia nulla rispetto a quanto potrà presto accadere. Delegando all’IA i compiti ripetitivi e time-consuming, avremo l’opportunità di concentrarci davvero sulle attività di valore. Sarà però fondamentale conservare l’ambizione di andare sempre più in alto.